Parrocchia

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La chiesa del Cuore Immacolato di Maria rappresenta un coraggioso “progetto unitario”, ed è una tra le poche vere e proprie importanti progettazioni d’insieme della nostra zona. Il cantiere è infatti iniziato da zero, o meglio da una lungimirante intuizione di dotare questa zona della città, allora in forte espansione, di un’area sufficientemente centrale, spaziosa ed adatta ad ospitare non solo la chiesa ma pure tutte le opere parrocchiali necessarie ad una comunità di oggi.
E’ l’autunno 1956 quando iniziano a pensarsi le opere. La scelta è coraggiosa: l’architetto Francesco Musso inizia a realizzare un progetto del grande maestro Leonardo Benevolo.
I primi cristiani chiamavano l’edificio sacro la domus Ecclesiae, cioè la casa della Chiesa, della comunità che vi si raccoglie, per la preghiera comunitaria e quella personale. Qui si prega insieme nei momenti di gioia e di tristezza, di quotidianità e di festa, di nascita e di morte della vita di ciascuno. In questo spazio il credente ritma la propria vita di fede, attraverso l’eucaristia quotidiana e domenicale, le tappe principali dell’esistenza, l’incontro con la comunità, la frequenza ai sacramenti, l’adorazione silenziosa, come pure gli incontri formativi, la catechesi, la formazione dei ragazzi e dei giovani attraverso le attività e l’oratorio.
Lo spazio sacro è stato pensato proprio durante lo svolgersi dei lavori del Concilio Vaticano II (la grande svolta della Chiesa contemporanea) ed è, in un certo senso, la trascrizione attuale di una cattedrale antica.
Il grandioso tempio, iniziato nel 1961 ed inaugurato nel 1970, pone le sue basi sulla cripta (letteralmente significa ciò che sta nascosto). Essa (inaugurata nel 1963) non è stata pensata primariamente per la celebrazione (verrà adattata più tardi alle esigenze invernali) ma soprattutto per la adorazione. Ecco perché si presenta a pianta centrale ad il grandioso altare (granito rosso di Svezia) evidenzia soprattutto il colossale tabernacolo. Come nella cripta antica, qui si conservano le reliquie dei santi (Agnese e Tarcisio) e la si può intravedere dalla chiesa superiore. Un particolare degno di nota è la parete di fondo “sfondata”, tramite una grandiosa vetrata, che mette la presenza sacramentale in contatto con la natura (siepe ed aiuole circostanti), con la piazza e con la città.
La chiesa si apre al mondo ed il mondo, con la sua quotidianità, penetra nella celebrazione della Chiesa... E’ una traduzione architettonica di alcune grandi intuizioni ecclesiologiche di quegli anni. Il grandioso tempio soprastante è segnato da un poderoso campanile (55 metri) sorretto da 4 esili pilastri che evidenziano la solidità della chiesa (segno visibile nel mondo, proprio come la torre campanaria) basata sulla fragilità umana.
Ingresso principale è però la scalinata sul corso Vittorio Emanuele II. Alla casa propria e del Signore, il popolo di Dio giunge attraverso l’ascesa e si purifica attraverso l’acqua della fontana (oggi trasformata per ovviare ai gravi problemi di manutenzione).
Già dall’esterno l’originale opera bronzea del portone, aperto in mille spaccature, lascia, ancora una volta, che lo sguardo della divinità custodita dentro il tempio raggiunga la vita quotidiana e si compenetri con essa. L’interno dell’edificio si presenta come una tenda (altra visione della Chiesa mutuata dal Concilio), la cui copertura appare quasi leggera e sospesa sulla feritoia che corre lungo tutto il perimetro.
L’interno è luminoso e raccolto. Il grandioso “baldacchino” di luce rende solenne l’altare della celebrazione. Esso, attraverso tutta la simbologia dei 150 pezzi di legno che lo formano come una grande tavola e pure come una grande pira sacrificale, spicca sul candore del marmo di Carrara, mentre lo sguardo sale allo spasimo del crocifisso (opera commossa di Beppe Viada). Le vetrate seguono ed illustrano la danza della luce intorno all’edificio. P. Costantino Ruggeri le ha realizzate come un grande gioco di colore (tra le pareti spoglie) che esalta e racconta la luminosità della Fede e della presenza di Dio nella comunità riunita.
Anche gli arredi (tabernacolo ecc) sono opera dello stesso Ruggeri, mentre non si è mai realizzato il grandioso coro che (come in ogni cattedrale che si rispetti) avrebbe dovuto fare da cornice alla celebrazione. La stessa vasca battesimale ha trovato felicemente uno spazio interno alla costruzione, pur essendo originariamente prevista alla base del campanile, indicando il Battesimo come origine di tutta la costruzione della vita di Fede.
Interessanti sono pure gli arredi minori e gli oggetti sacri (candelieri, pissidi ecc) realizzati secondo simbologie non banali e particolarmente ricche di significato.
Anche l’immagine più cara alla devozione popolare (la bella scultura lignea della Vergine Maria) ha trovato la collocazione in un vero “santuario” nel santuario. In epoca recente la costruzione ha felicemente abbattuto le barriere architettoniche tramite la realizzazione di un ascensore ed ha continuamente adeguato i propri spazi circostanti (casa ed opere parrocchiali) alle esigenze di una comunità numerosa e partecipe delle diverse attività.

Il 9 ottobre 2016 si sono festeggiati i 60° anni della Parrocchia – vedi foto
2020-05-26 15:50:35
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