Storie dentro le case: Annalisa

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A incoraggiarci nel nostro percorso di racconti di vita, è arrivato il messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali (vedi sul sitoin cui invita a condividere storie secondo una “narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri”. È proprio quello che emerge dal racconto di Annalisa Salvagno che ha accettato la proposta di raccontarsi per noi per farci guardare il tempo del “lock down” con gli occhi di chi lo ha vissuto stando solo in casa.

Nella fase iniziale di questo tempo inedito di pandemia, che sembrava tanto lontana ed invece sorprendentemente ci ha raggiunti e travolti, ho provato un po' di smarrimento in questa situazione di isolamento (io vivo sola), e anche apprensione per i miei nipoti che per motivi di lavoro erano e sono tuttora più esposti al pericolo di contagio. In tutto questo susseguirsi di pensieri mi sono chiesta che senso dare a queste giornate di lock down. Oltre ai propositi di "riorganizzazione " della casa (comunque non attuati) le mie giornate sono state scandite dall'ascolto del commento di Don Ocio al Vangelo del giorno e dalle Omelie di Papa Francesco a S. Marta. Queste occasioni sono state veramente un ‘dono’ perché la riflessione sulla Parola di Dio è stata per me una compagnia preziosa.

Mi sono comunque sentita unita alla comunità parrocchiale attraverso la Messa e la preghiera mariana trasmesse via social. Ho immaginato i volti che incontravo alle Messe domenicali ... anche se di molti non ne conosco il nome. Ho riempito le giornate con intensi scambi telefonici con tante persone.

Mi è mancato molto l'incontro settimanale della Conferenza di S. Vincenzo di cui faccio parte e, soprattutto il non poter partecipare attivamente, a motivo delle regole Covid, al super lavoro che alcuni di noi hanno dovuto affrontare in questa emergenza per reperire e preparare borse viveri che dovevano sempre essere più numerose: assistere le famiglie nella richiesta dei buoni spesa al Comune, ricercare PC e Tablet per consentire ai bambini di seguire le lezioni Scolastiche. Mi ha turbato profondamente l'angoscia dei parenti degli anziani genitori morti in solitudine negli ospedali. Ma pregando per queste dolorose situazioni ho pensato, anzi ne sono certa, che il Signore era presente, accanto a ciascuno, per accoglierli con sé.

Ora stiamo lentamente tornando alla normalità, almeno lo speriamo. Voglio motivare le misure di sicurezza che ancora dobbiamo tenere come un ‘aver cura’ dell'’altro’ e rafforzare questo concetto di ‘cura’ vivendo relazioni più vere e profonde. Sento anche che devo interrogarmi seriamente su cosa è veramente essenziale nella vita, scegliere, ‘discernere’, come dice Papa Francesco, ciò che veramente conta: seguire la Via di Gesù che è il solo che ci dà la pace e la gioia vera. Spero di mantenere questo proposito”.

2020-05-28 08:09:25
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